La nuova CB1000R, ammiraglia delle Neo Sports Cafè di Honda, svela una linea innovativa e curata che vuole rappresentare il punto di equilibrio tra la sportività delle streetfighter e il mondo classico delle cafè racer. Motore e ciclistica si sono evoluti per assicurare un’esperienza di guida ancora più appagante. Il risultato è una moto dai volumi accattivanti, dall’ottima ergonomia ma soprattutto capace di una dinamica di guida di altissimo livello.

COM’E’ FATTA

Il cuore pulsante della Honda CB1000R è il rinnovato 4 cilindri in linea frontemarcia di 998cc 16 valvole raffreddato a liquido. Diverse le modifiche ricevute  tra le quali spiccano i nuovi pistoni forgiati (sul modello precedente erano stampati), l’incremento delle dimensioni dei corpi sfarfallati che raggiungono i 44mm di diametro e l’innalzamento del rapporto di compressione (11,6:1). Anche lo scarico ha subito sostanziali modifiche volte ad incrementare il tiro ai medi ma anche a ridurne il peso, oggi inferiore di ben 4,5 kg. La potenza massima cresce di 20cv attestandosi a 145cv a 10.500 giri/min, mentre la coppia aumenta di circa il 5% su tutta la curva di erogazione arrivando a raggiungere i 104Nm a 8.250 giri/min. Il peso con pieno di carburante (16,2 litri) è di 212kg con un risparmio di 12 kg rispetto alla CB1000R 2017. Anche in virtù di rapporti al cambio più corti del 4%, Honda dichiara per questa Neo Sports Cafè un’accelerazione fino ai 130Km/h addirittura migliore rispetto alla sportivissima Fireblade. Il nuovo telaio è un monotrave superiore in acciaio scatolato con piastre laterali in alluminio che permette nella vista laterale di esaltare i volumi del serbatoio e del 4 cilindri. Viene completato al posteriore da un possente forcellone monobraccio in alluminio sul quale agisce direttamente un mono Showa regolabile nel precarico e nell’idraulica in estensione. All’avantreno spicca la forcella Showa SFF-BP a steli rovesciati da 43mm di diametro completamente regolabile (stelo sinistro idraulica, stelo destro precarico).  La moto è frenata davanti da una coppia di dischi semiflottanti da 310mm di diametro morsi da pinze Tokico a quattro pistoncini ad attacco radiale, mentre dietro troviamo un disco da 256mm morso da pinza a due pistoncini paralleli. Immancabile ABS a due canali. La CB1000R ha comando dell’acceleratore throttle by wire. Sono presenti 4 riding mode (Rain, Standard, Sport ed User, completamente configurabile dal pilota e l’unico con TC escludibile) che agiscono sui livelli di intervento di freno motore (EB), erogazione potenza (P) e controllo di trazione (T). L’altezza della sella da terra è di 830mm, l’inclinazione del cannotto di sterzo 25°, avancorsa 100mm, mentre l’interasse è pari a 1.455mm.

COME VA

Saliti in sella alla nuova Honda CB1000R si rimane impressionati dall’ottimo inserimento che si fonda su un ingombro trasversale ridotto (non ci sono travi del telaio ad abbracciare il motore) e sulle generose svasature del serbatoio. Il risultato è che anche guidando in posizione avanzata, come piace a me, le ginocchia troveranno sempre un’accoglienza perfetta garantendo anche un ideale appiglio nella guida sportiva. Il manubrio, più largo delle spalle, è stato rialzato di circa 1cm e viene impugnato in modo naturale senza affaticare avambracci e polsi, invitando comunque a guidare mantenendo il busto appena inclinato. La sella ha una conformazione a delta, molto esile nella congiunzione col serbatoio (ottimo anche per poggiare facilmente entrambi i piedi a terra nelle soste da fermo) ma decisamente più generosa nella zona posteriore, vanta un’imbottitura tendenzialmente sostenuta che strizza l’occhio alla guida sportiva. Le pedane, appena arretrate, non distano troppo dal piano di seduta ma consentono comunque di raggiungere un buon confort per gambe e glutei.

Nel misto basta lo spazio di due curve per capire quanto la CB1000R sia agile, al punto da rimanere spiazzati ed arrivare alla corda tremendamente in anticipo. Siamo al manubrio di una mille con quasi 150cv, ma si guida come una media cilindrata o anche meglio. Inutile quindi contrastarla esageratamente al manubrio, basterà solo qualche piccola indicazione soprattutto nelle inversioni, mentre potremo sentirci più liberi di aiutarla con movimenti del busto all’interno della svolta. Convince anche per la bella consistenza a centro curva di cui è capace, merito anche dell’ottima interazione con i Dunlop Sportmax di primo equipaggiamento. Solo i più smaliziati potrebbero preferire pedane in posizione più arretrata. Tra le curve si apprezza particolarmente il setting piacevolmente sostenuto delle sospensioni che garantisce un beccheggio piuttosto limitato sia nelle decelerazioni più intense, sia in uscita di curva quando si ruoterà con decisione la manetta destra. Il motore aiuta non poco ad incrementare il ritmo grazie alla sua risposta sempre morbida (anche nel riding mode Sport) ed alla sua bella schiena ai medi. Per fare tanta strada non occorre farlo urlare troppo, anzi è consigliabile mantenerlo in un range compreso tra i 5 e gli 8000 giri dove la spinta sarà sempre consistente ma mai brutale. Il cambio si dimostra perfetto per precisione degli innesti e velocità. Le pinze Tokico all’anteriore  si mettono in evidenza per un livello di potenza elevatissimo e per una modulabilità molto buona. Migliorabile la morbidezza all’attacco che ne limita leggermente il feeling quando si rendesse necessario richiamare il freno anteriore a centro curva.

Nei veloci trasferimenti autostradali la CB1000R sfodera una stabilità esemplare senza per questo limitare troppo la sua maneggevolezza. A 130Km/h il motore fa segnare sul contagiri quota 5.500, un regime ottimo per garantire sorpassi istantanei rimanendo comodamente in sesta marcia. Le vibrazioni sono assolutamente insignificanti. Non esistendo alcun ausilio aerodinamico, siamo completamente esposti all’aria. Solo le gambe trovano un riparo appena discreto dietro la sagoma del serbatoio. Il consiglio è quello di indietreggiare sulla generosa sella ed inclinare il busto trovando facilmente una posizione di equilibrio che permetterà di alleggerire la presa al manubrio con vantaggi sulla dinamica della moto e sulla stanchezza muscolare.

Il città sono diverse le positività che trasformano questa Honda in un mezzo adatto anche al tragitto casa-lavoro. Torna anche qui protagonista la sua elevata maneggevolezza che permette anche a velocità pedonali di guidare la CB1000R in modo intuitivo e con un impegno fisico praticamente nullo. Il motore dal canto suo recita un altro ruolo da protagonista, distinguendosi per una generosità incredibile che permette di viaggiare spesso con rapporti lunghi, limitando l’uso del cambio e riducendo i consumi. La risposta rimane sempre morbida e completamente scevra da effetti on-off al punto di continuare ad usare proficuamente la mappa Sport. Come nel video a corredo di questa prova, è stato possibile riprendere dai 40 km/h in sesta in salita (regime di partenza 1.500 giri/min) ricevendo una risposta significativa e portando la velocità nello spazio di un pensiero a 60 Km/h. Mai fastidioso il calore rilasciato dal motore, anche dopo diverse soste al semaforo, avvertibile appena all’altezza dei polpacci. Davvero un risultato ragguardevole tenuta debitamente in considerazione cubatura e potenza del quattro cilindri. Il cambio, anche quando utilizzato ripetutamente sotto coppia, si fa apprezzare per l’ottima dolcezza degli innesti, mentre la frizione, assistita ed antisaltellamento, vanta una modulabilità da neopatentato richiedendo uno sforzo alla leva da piccola cilindrata. Le sospensioni permettono di digerire discretamente le incertezze meno pronunciate dell’asfalto, mentre il loro setting, più indirizzato alla guida sportiva, ne limiterà l’efficacia nel filtrare buche e tombini. Vero è che si potrebbe giocare un po’ con le ampie regolazioni cercando di aumentare leggermente morbidezza (e scorrevolezza) seppur limitando inevitabilmente una piccola quota dell’altissima agilità offerta dalla CB1000R. I freni si fanno apprezzare per la facile gestione dell’elevata  potenza, mentre la morbidezza all’attacco perfettibile, anche se comunque discreta. Dopo questa due giorni di test, polsi, avambracci e schiena ne escono a testa alta, mentre i glutei manifestano qualche leggero indolenzimento dovuto più che altro alla densità dell’imbottitura sella che premia sostegno e sensibilità.

Vi lascio in compagnia della bella voce di questo 998cc frontemarcia.

Written by vivalamoto