Modello centrale della triade “Neo Sports Cafe” di Honda, questa CB300R conquista per una guida facile ed efficace, un’ergonomia elevatissima e per il bel carattere suo generoso mono capace di divertire tanto tra le curve con il minimo impegno. Si guida con patente A2.

 

COM’E’ FATTA

Il cuore pulsante di questa Honda CB300R è il monocilindrico quattro valvole bialbero con raffreddamento a liquido di 286cc e corpo farfallato da 38mm. La potenza massima è di 31,4 cv ad 8.500 giri/min mentre la coppia massima è pari a 27,5 Nm a 7.500 giri/min. Il cambio è a sei rapporti mentre la frizione è una classica multi disco in bagno d’olio. Il telaio in acciaio è ad elementi misti tubolari e pressati. Sul lungo forcellone scatolato bibraccio agisce direttamente un monoammortizzatore regolabile nel precarico su 5 posizioni. La forcella Showa upside-down ha steli da ben 41mm di diametro ed aiuta non poco a conferire al frontale della moto una forte connotazione sportiva. La CB300R è frenata all’anteriore da un disco con profilo a margherita da 296mm di diametro, montato senza flangia, sul quale agisce una pinza nissin ad attacco radiale a 4 pistoncini, mentre a frenare la ruota posteriore ci pensa un disco fisso da 220mm di diametro, anche questo con profilo a margherita, morso da pinza Nissin ad un pistoncino. La moto è dotata di ABS a due canali e piattaforma inerziale IMU che evita il sollevamento della ruota posteriore durante le decelerazioni più intense. I cerchi in lega a cinque razze sdoppiate ospitano pneumatici Dunlop Sportmax GPR 300 nelle misure 120/70 davanti e 150/60 dietro. Il sottile e leggero cruscotto LCD a matrice inversa vanta un ottima leggibilità ed un look di stampo racing con contagiri “a nastro” nella parte superiore (con zona rossa a 10.500 giri/min) ed indicatore a led per la gestione della cambiata nella guida sportiva. Integra numerose informazioni ma non include il conta marcia. L’interasse è di appena 1.352mm mente il peso con il pieno di benzina (serbatoio da 10 litri) è di 143 Kg, solo 12 sopra quello della superlight CB125R. Molto buone le finiture, la qualità delle plastiche e gli assemblaggi. Da segnalare la buona porzione di sella appena rialzata per il passeggero, nonché staffe e pedane in alluminio e le maniglie ben nascoste sotto la sella, sempre dedicate a zavorrina e co.

COME VA

Saliti in sella si rimane sorpresi da un’ergonomia notevole ed un’abilità insospettabile tenuto in considerazione interazze ridotto, sella a 799mm da terra e più in generale le dimensioni compatte di questa Honda CB300R. Come già accaduto per la sorella (non gemella) di 125cc a piacere è la corretta triangolazione manubrio-sella-pedane che permette un controllo del mezzo elevato senza affaticamenti precoci. Il largo manubrio in alluminio a sezione biconica è appena rialzato e si fa impugnare mantenendo polsi e braccia morbide. Il busto rimane piuttosto eretto, quasi in stile motard, mentre le ginocchia trovano nelle generose svasature del serbatoio un alloggio ideale per massimizzare l’inserimento nella moto. Le pedane sono in posizione relativamente arretrata e sufficientemente distanti dalla sella da evitare precoci indolenzimenti alle gambe. La sella permette ampi movimenti consentendo a piloti di taglie diverse di trovare il giusto assetto. L’imbottitura mediamente sostenuta strizza decisamente l’occhio alla guida sportiva ed il buon grip superficiale aiuta parecchio nella guida di corpo a mantenere un saldo contatto con la moto. L’altezza modesta della sella aiuta chi scrive (181 cm) a poggiare a terra agevolmente entrambi i piedi durante le soste.

Basta lo spazio di un paio di curve per capire come questo sia l’ambiente ideale dove poter godere appieno delle positività della CB300R. Il setting delle sospensioni è relativamente sostenuto, ricordando molto quello della 125, e permette di entrare subito in grande sintonia con l ciclistica. Le discese in piega sono letteralmente istantanee, mettendo in luce una grande agilità, al punto di poter essere presi in contropiede nelle prime svolte tanto è il vigore con il quale questa Honda punti alla corda. A centro curva riesce comunque a garantire una stabilità confortante, anche in presenza di asfalto rovinato mentre in uscita, anche agendo con decisione sull’acceleratore, piacerà ai più smanettoni la bella sensazione di beccheggio limitato e di veloce riallineamento. Le quote ciclistiche  ed il peso ridotto richiedono un impegno davvero ridotto al pilota. Un leggero contrasto al manubrio è suggerito solo nelle “S” per aiutare la CB300R ad invertire ancora più velocemente, mentre per scendere in piega in modo ancora più convinto basterà aiutarla con movimenti del busto all’interno della svolta. Il motore, rispetto al 125cc fa un triplo salto mortale in avanti. Diventa decisamente più divertente e vigoroso, pur rimanendo estremamente facile da gestire. Per raccontarlo in numeri, dai 3.000 ai 6.000 giri spinge con morbidezza permettendo di essere utilizzato anche con rapporti lunghi nella guida meno impegnata. Per la modalità “sport” sarà meglio mantenere il contagiri sopra quota 6.000 avendo l’accortezza di scegliere sempre il rapporto al cambio ideale, confidando anche nelle notevoli doti di allungo che permettono di insistere con soddisfazione sino ai 10.500 giri indicati. Le Sportmax GPR 300, oltre a massimizzare la maneggevolezza di questa 300, piacciono per l’estrema comunicativa, aiutando il pilota a percepire soprattutto nelle pieghe più decise la reale aderenza del pneumatico. A proposito di feeling, il lavoro della forcella Showa entusiasma, sempre discretamente scorrevole nella guida più sportiva e sostenuta quanto basta per limitare trasferimenti di carico, permette all’avantreno della CB300 di garantire una precisione esemplare tenuta soprattutto in considerazione la facilità con la quale questa Honda si lascia amabilmente strapazzare. Così diventa anche piuttosto semplice gestire la fase di frenata sino in ingresso di curva, quando questo si renda necessario.  In queste circostanze si apprezzano ancora di più le qualità del freno anteriore: grandissima modulabilità, attacco morbido e potenza assolutamente di livello adeguato per la guida più impegnata su strade aperte al traffico. Il cambio è veloce e vanta innesti poco contrastati.

In autostrada l’assenza di protezione aerodinamica ne limita il comfort. E’ comunque piuttosto intuitivo, una volta arretrati in sella ed inclinato il busto, trovare un punto d’equilibrio rispetto alla massa d’aria che spinge senza tregua, permettendo di guidare la CB300R mantenendo avambracci e polsi relativamente rilassati. Si apprezzerà una volta di più anche alle alte velocità l’inserimento concesso dalle ampie svasature del serbatoio. La stabilità rimane sempre elevata, anche durante l’incrocio di scie di camion in curva o sulle giunzioni trasversali dei viadotti. Il motore a 130Km/h frulla a circa 8.200 giri ma niente paura perché le vibrazioni (di alta frequenza) rimangono sempre di bassa intensità e soprattutto, alla bisogna, potremo sempre confidare sulle capacità di allungo.

Se la CB300R stupisce nel misto, in città convince sin dai primi metri. La sua compattezza e leggerezza ne fanno apprezzare la proverbiale maneggevolezza anche alle andature pedonali rendendola gestibile tanto ai neofiti come ai meno corpulenti. La frizione morbida nell’azionamento vanta una buona modulabilità, il motore permette di viaggiare al limite dei 50 Km/h anche in quinta o senta marcia (a circa 3.000 giri/min), il cambio si conferma poco fisico e veloce negli innesti, la frenata qui si lascia apprezzare per una morbidezza all’attacco ed una modulabilità al top. Semmai a limitare appena un quadro d’insieme così positivo è la risposta del motore nel chiudi apri a bassi regimi che tende a strappare leggermente. In compenso il generoso mono di 286cc non scalda mai troppo, nemmeno dopo ripetute soste al semaforo. Le sospensioni tarate per dare il meglio tra le curve riescono a garantire un buon filtraggio sulle crepe meno pronunciate dell’asfalto, mentre, a maggior ragione, sarà opportuno tenersi alla larga di buche e tombini, pena l’inevitabile ripercussione su braccia e schiena. Buono il campo visivo assicurato dagli specchietti. Eccellenti i consumi. Durante il mio test ride ho percorso in media 34km con un litro di carburante, un risultato migliore rispetto a quello dichiarato da Honda pari a 30,2 Km nel cliclo WMTC.

Vi lascio in compagnia della voce del mono da 286cc

Written by vivalamoto