Simpatica ed incredibilmente godibile nella guida, la nuova Honda Monkey reinterpreta le linee delle sue fortunate antenate evidenziando un’alta qualità costruttiva ed un’attenzione per i dettagli da special. Comoda ed abitabile promette divertimento anche sulle strade bianche. E’ offerta a 4.090 euro FC con ABS anteriore e piattaforma inerziale IMU.

COM’E’ FATTA

La Honda Monkey è mossa dal monocilindrico monoalbero a due valvole con raffreddamento ad aria da 124,9cc con potenza e coppia massima rispettivamente di 9,4 CV a 7.000 giri/min e 11 Nm a 5.250 giri/min. Cambio a 4 rapporti, frizione multidisco in bagno d’olio, telaio monotrave superiore in acciaio. La forcella upside-down consente un’escursione di 100mm mentre i due ammortizzatori permettono alla ruota posteriore una corsa di 104mm. Da evidenziare che il colore dell’anodizzazione degli steli è lo stesso del colore della moto (rosso nell’esemplare in prova, oppure oro in abbinamento al giallo), stessa cosa per il forcellone. L’impianto frenante è assistito all’anteriore dall’ABS, che agisce attraverso piattaforma inerziale IMU, impedendo il sollevamento della ruota posteriore nelle decelerazioni più intense. Davanti troviamo un disco da 220mm e pinza a due pistoncini, dietro un disco da 190mm e pinza ad un pistoncino. I cerchi da 12” in lega a 10 razze montano pneumatici Vee Rubber dal disegno moderatamente tassellato nelle misure 120/80 (ant) e 130/80 (post).

L’altezza della sella è di 775 mm, il peso di 107 Kg con il pieno di benzina (capacità serbatoio 5,6 litri), l’interasse pari a 1.152 mm, l’inclinazione del cannotto di 25° ed un raggio di sterzo di soli 1,9 metri. Honda dichiara una percorrenza nel ciclo combinato di 67 Km con un litro di Verde, dato eccellente e in linea con i circa 60 Km/l rilevati spannometricamente durante il test.

COME VA

Salito in sella rimango sorpreso da quanto spazio questa piccola Honda riesca comunque a riservare al pilota. Non siamo al cospetto di una maxi enduro, è evidente, ma non dobbiamo scendere a compromessi per sentirci subito a casa. Il manubrio rialzato appena più largo delle nostre spalle, con le estremità rivolte verso il pilota, è esattamente dove te lo aspetti e si lascia impugnare mantenendo una piega evidente delle braccia, a vantaggio di comfort e controllo. L’ampia sella ha un’imbottitura record e consente di indietreggiare a piacimento per trovare la posizione di guida più ideale alla propria taglia. Le pedane sono in posizione centrale, sufficientemente distanziate dal piano di seduta e permettono anche dopo diverse ore di mantenere riposate le gambe. Per avere conferma delle dimensioni ultra compact di questa Honda Monkey basta dare una veloce occhiata alle ginocchia, che svettano fiere oltre la sagoma del serbatoio. Finiture, verniciature ed assemblaggi sono davvero al top, aiutando a confezionare una moto di qualità elevata.

Imbocchiamo una strada tutta curve e dopo qualche svolta a bassa velocità per imparare a conoscere nel guidato la Monkey, iniziamo presto ad alzare il ritmo, tanta è la confidenza ricevuta da questa agile ciclistica. Ad impressionare, e sarà una costante durante tutto il test, è il lavoro delle sospensioni, encomiabili per scorrevolezza, che permettono di digerire le incertezze dell’asfalto senza timore, aiutando non poco a superare l’iniziale diffidenza verso i cerchi da 12”. Con un peso di 107 chili ed un interasse di un metro e quindici questa Honda risulta agilissima senza mai diventare nervosa. Per farla svoltare velocemente basterà aiutarla appena muovendo il busto all’interno della svolta ed evitando qualsiasi azione di contrasto sul manubrio per mantenere la buona percezione di ciò che sta accadendo sotto la ruota anteriore e soprattutto per evitare reazioni poco omogenee dell’avantreno. Il grip offerto dalle Vee Rubber di primo equipaggiamento è discreto, permettendo quando necessario di continuare l’azione decelerante sino in ingresso curva, mentre nelle pieghe col coltello tra i denti sarà percepibile un lieve scivolamento soprattutto del pneumatico anteriore. Sia chiaro, questa Honda Monkey è sicura e divertente, ma se proviamo ad usarla come una pit bike ci busserà sulla spalla per chiedere di abbassare leggermente il ritmo. La frenata è morbida all’attacco e ultra modulabile. Un impianto che strizza l’occhio anche ai neofiti ma che all’occorrenza sfodera potenza a sufficienza per assecondare anche i pruriti sportivi. L’ABS ha una soglia di intervento ben tarata e poco invasiva.

Se questa ciclistica mi ha sorpreso positivamente, forse ancora di più lo ha fatto il piccolo mono due valvole. Confesso che la scelta di equipaggiare la Honda Honkey con un cambio a 4 marce mi aveva lasciato interdetto, soprattutto in funzione di valori di potenza e coppia limitati. Ma sono bastati pochi istanti per dissolvere ogni incertezza. Questo 125cc spinge bene fin dai regimi più bassi (non riesco a fornire dati puntuali per l’assenza del contagiri) e si lascia apprezzare per una rotondità di funzionamento che innalza il piacere di guida. I rapporti sono giustamente distanziati e vengono ben digeriti dal motore, permettendo di viaggiare spesso in quarta marcia anche a bassa velocità nella guida più turistica. Per sostanza in basso ed erogazione lo preferisco, in una lotta in famiglia, al più prestazionale 125cc raffreddato a liquido provato sulla Honda CB125R. Gli spiriti più corsaioli potranno lamentare la mancanza di un ulteriore spinta in alto, ma alla resa dei conti la sua pastosità ai medi si dimostra assolutamente in tono col carattere camaleontico e disimpegnato della Monkey. Il cambio è morbidissimo e veloce negli innesti.

Sulle statali, a velocità codice, la stabilità rimane elevata e le sospensioni permettono di digerire facilmente qualsiasi crepa o rattoppo dell’asfalto. Il motore ha un livello di vibrazioni limitatissimo. La protezione aerodinamica è inesistente ma i 90 Km/h permettono di guidare senza disagio mantenendo il busto eretto.

Parafango alto e pneumatici dal look On/Off ci hanno spinto oltre i confini delle strade asfaltate puntando dritti verso una bella fettuccia bianca. Nell’easy off-road inutile prodursi in funambolismi adottando una guida in piedi dove piccole variazioni di carico sulle pedane si traducono inevitabilmente in reazioni piuttosto marcate. Meglio confidare sulle capacità incassatrici delle sospensioni e sulla generosa imbottitura della sella, e godersi da seduti i paesaggi campestri al piccolo trotto. In questa modalità la Honda Monkey non teme confronti, risultando sempre intuitiva nella guida e garantendo un livello di comfort molto elevato. Qui la frenata si fa appezzare soprattutto per la modulabilità. Anche se il posteriore non è servito da ABS, richiede un intervento deciso sulla leva al piede destro prima di arrivare al bloccaggio. Davanti l’ABS si fa notare solo quando serve, lasciando libera la ruota di bloccarsi per brevi tratti. Più attenzione è richiesta in presenza di ghiaia dove il panciuto pneumatico anteriore tenderà a galleggiare e derivare leggermente. La potenza limitata del propulsore non mette mai in difficoltà il posteriore. Ma sfruttando bene il primo rapporto le partenze coreografiche non mancheranno.

La città risulta un habitat ideale per la nostra Honda Monkey. Maneggevolezza al top, peso ridotto, frizione morbidissima, raggio di sterzata inferiore ai due metri, altezza sella limitata, motore generoso in basso ed ancora una volta sospensioni scorrevoli e dalla buona taratura idraulica la trasformano in un divertentissimo commuter anche nel più classico tragitto casa-scuola (casa-lavoro per i più grandicelli). Ogni azione richiede un impegno minimo, la sintonia con la moto rimane sempre altissima al punto da poterla facilmente preferire ai più pratici scooter, solitamente imbattibili in ambito urbano. Il calore sprigionato dal piccolo monocilindrico è praticamente inavvertibile così come quello proveniente dallo scarico alto, ad ulteriore conferma dell’ottimo livello di comfort garantito dalla Monkey.

Non ho rilevato alcun difetto durante la prova. Peccato solo che questa divertentissima moto sia omologata per una sola persona. Un piccolo dazio da pagare per salire a cavallo di un vero mito.

Vi lascio in compagnia del sound del 125cc della Monkey

Written by vivalamoto