Inspirata allo styling “Neo Sports Cafè”, che condivide con la sorella di 1000cc, questa Honda CB125R si distingue oltre che per le linee decise e affilate anche per una ottima dotazione tecnica che la rende una moto concreta, ben costruita e molto divertente. Si può guidare con patente A1 e B.

COM’E’ FATTA

La Honda CB125R è mossa da un monocilindrico monoalbero a due valvole ad iniezione PGM-FI raffreddato a liquido capace di una potenza massima pari a 13,3 CV a 10.000 giri/min ed una coppia massima di 10 Nm ad 8.000 giri/min. Il cambio è a 6 rapporti e la frizione multidisco in bagno d’olio. Il solido telaio è un doppio trave in acciaio con fazzoletti di rinforzo. La forcella upside-down Showa vanta steli da ben 41mm di diametro, mentre il mono è regolabile nel precarico su 5 posizioni ed agisce direttamente su un lungo forcellone scatolato in acciaio. All’anteriore questa Honda è frenata da un disco semiflottante da 296mm di diametro con profilo a margherita su cui agisce una pinza Nissin a quattro pistoncini ad attacco radiale. Al posteriore troviamo un disco disco da 220mm morso da pinza fissa ad un pistoncino sempre marchiata Nissin. La moto è dotata di ABS a due canali e piattaforma inerziale che ripartisce la frenata sui due assi durante le decelerazioni più intense impedendo il sollevamento della ruota posteriore. I cerchi in lega a razze sdoppiate da 17” alloggiano pneumatici Dunlop Sportmax GPR 300 nelle misure 110/70 all’anteriore e 150/60 per il posteriore. Il sottile e leggero cruscotto LCD a matrice inversa vanta un ottima leggibilità ed un look di stampo racing con contagiri “a nastro” nella parte superiore ed indicatore a led per il cambio marcia. Sono riportate diverse informazioni, oltre alla velocità istantanea, contagiri e conta km totale, quali Trip A e B, consumo istantaneo, livello carburante, marcia inserita. Assente invece il termometro del liquido di raffreddamento. L’interasse è di soli 1.345mm mente il peso con il pieno di benzina (serbatoio da 10,1 litri) è contenuto in 125,8 kg. Molto buone le finiture, la qualità delle plastiche e gli assemblaggi. Molto belle e funzionali le staffe e le pedane passeggero.

COME VA

Saliti in sella si rimane sorpresi di quanto abitabile possa essere questa Honda CB125R a dispetto di dimensioni non certo da maxienduro. A piacere è la corretta triangolazione manubrio-sella-pedane che permette un controllo del mezzo elevato senza affaticamenti precoci. Il largo manubrio in alluminio a sezione differenziata è appena rialzato e, complice la ridotta distanza dal piano di seduta, si lascia impugnare in modo naturale mantenendo inoltre le braccia flesse a tutto vantaggio del comfort e del controllo nella guida più sportiva. Il busto rimane piuttosto eretto, quasi in stile motard, mentre le ginocchia trovano nelle generose svasature del serbatoio un alloggio ideale per massimizzare l’inserimento nella moto. Le pedane sono in posizione relativamente arretrata e sufficientemente distanti dalla sella da evitare fastidiosi indolenzimenti alle gambe, anche dopo diverse ore passate a cavallo di questa Honda. La sella è piuttosto generosa nelle dimensioni, favorendo adeguati spostamenti delle terga in ogni direzione e permettendo di ospitare piloti di altezze diverse. Vanta un’imbottitura mediamente sostenuta che piacerà particolarmente agli amanti della guida sportiva ed ha un grip superficiale idoneo a mantenere il contatto sulla moto anche nella guida di corpo. La distanza della sella da terra è di 816mm e permette a chi scrive (alto 1,81) di poggiare a terra facilmente con entrambi i piedi mantenendo le ginocchia leggermente flesse.

Infilato un bel misto si rimane sorpresi dalla risposta sincera ed efficace di questa ciclistica. Il setting delle sospensioni è relativamente sostenuto ad aiuta non poco ad instaurare un feeling immediato con la CB125R. Le discese in piega sono istantanee, mettendo in luce una grande agilità, salvo poi, a centro curva, farsi apprezzare per una stabilità rimarchevole. In questi frangenti, per ottenere una risposta soddisfacente del motore in uscita di curva, converrà prestare attenzione a non far scendere il contagiri sotto quota 8000, ed quindi confidare nella facilità di allungo oltre il regime di potenza massima, posto a quota 10.000, che porteranno velocemente il mono agli 11.500 giri del limitatore. A questi regimi non si può rimanere indifferenti alla trasformazione del sound allo scarico che da educato e quasi anonimo diventa come d’incanto intenso e gutturale, quasi facesse il verso alle bellissime Moto3. Inoltre, visto anche il buon grip offerto dalle coperture di primo equipaggiamento, le Dunlop Sportmax GPR 300, si potrà convenientemente iniziare la fase di accelerazione con la moto ben più inclinata rispetto agli standard a cui siamo abituati. Per farla curvare non sono richieste particolari alchimie, così come per invertire la traiettoria nelle “S”. Ma se vorremo adottare uno stile di guida più attivo, da moto più grande, la nostra Honda accetterà di buongrado aumentando la velocità nel puntare alla corda e nel recuperare la posizione verticale in uscita. Se il posteriore verrà difficilmente messo in crisi nelle accelerazioni dalla potenza del monocilindrico, ad entusiasmare è il lavoro della forcella Showa, vera protagonista di un avantreno solido, sempre a suo agio anche quando il ritmo si faccia più elevato e si insista con più determinazione sul freno anteriore. Il setting di base, giustamente sostenuto, limiterà il beccheggio mantenendo allo stesso tempo un feeling con l’anteriore rassicurante. Metabolizzata questa caratteristica capiterà sempre più spesso di ritardare la frenata e proseguire l’azione decelerante fino in ingresso di curva, per giocare un pochino a fare i piloti ma soprattutto per scoprire quanto la CB125R gradisca e ricambi chiudendo la curva con grande naturalezza e mantenendo la traiettoria impostata anche in presenza di asfalti rovinati. In queste circostanze si apprezzano le qualità del freno anteriore: buona potenza nella prima fase di decelerazione, quella più intensa,  ma soprattutto grande modulabilità in ingresso. Ma anche quelle del cambio, qui utilizzato spesso per mantenere il motore ai regimi più elevati,  che consentirà di salire di rapporto velocemente e senza nessun contrasto anche quando, per velocizzare ulteriormente il cambio marcia, si decidesse di fare a meno della frizione.

In città sono davvero tante le positività della nostra Honda ad emergere. Il largo manubrio, il peso ridotto ed in generale l’accurata centralizzazione delle masse (lo scarico è posto al di sotto del motore) restituiscono un grande equilibrio ed un senso di controllo anche alle andature pedonali, permettendo di destreggiarsi sin da subito con estrema naturalezza nel traffico. Il motore mostra tutta la sua generosità, regolarissimo in basso, quasi non lo si sente vibrare anche insistendo con i rapporti lunghi a regimi appena superiori ai 2000 giri/min, inizia a spingere con più decisione da quota 5000 e non si stanca mai di frullare in alto. La frizione richiede uno sforzo alla leva irrisorio risultando piuttosto modulabile, mentre il cambio vanta innesti poco contrastati ed una corsa della leva al piede sinistro contenuta. Da evidenziare una prima marcia corta che sembri voler strizzare l’occhio alle ripartenze in stile drugster. La frenata in questo scenario si fa apprezzare per un attacco morbidissimo e per la modulabilità già evidenziata nella guida più sportiva. Tutte caratteristiche che sapranno accordarsi perfettamente anche alle esigenze dei neofiti che senza troppi patemi potranno scoprire il mondo delle moto vere potendo anche migliorare velocemente la loro abilità nella guida. Unico neo nella guida urbana è rappresentato dal setting mediamente sostenuto delle sospensioni, capaci di rappresentare un filtro adeguato rispetto alle ammaccature meno pronunciate dell’asfalto, mentre nel caso di buche e tombini trasmetteranno qualche ripercussione su braccia e schiena. Il passeggero gode di una sistemazione adeguata anche alle esigenze di una gita fuoriporta. La sella ha una buona imbottitura e risulta sufficientemente accogliente. Le belle pedane in alluminio, giustamente distanti dal piano di seduta, consentono si mantenere una piega delle ginocchia abbastanza confortevole. Durante la prova non ho avvertito calore eccessivo provenire ma motore e scarico.

Nel video pubblicato qui sotto possiamo apprezzare la Honda CB125R da diverse angolazioni ed ascoltare il sound del suo mono 2 valvole.

Written by vivalamoto