A vent’anni dal lancio, il Piaggio Beverly 300 giunge alla terza generazione. Più potente e rifinito, viene supportato da nuove sospensioni firmate da Showa. Ottima la capacità di stivaggio sottosella. Costa 5.490 euro FC.

MIGLIORAMENTO GLOBALE

Il nuovo Beverly 300 è stato oggetto di miglioramenti ed affinamenti che hanno ruguardato ogni comparto: motore, ciclistica, sovrastrutture e connettività.

Il monocilindrico di 278 cc – monoalbero, quattro valvole, raffreddato a liquido – tocca adesso i 26 cv (+23%) a 8.000 giri/min ed i 26 nm (+16%), e raggiunge l’omologazione Euro 5.

Viene accoppiato ad una trasmissione finale a cinghia, cambio CVT e frizione automatica centrifuga a secco.

Confermato lo schema del telaio, doppia culla in tubi e piastre di acciaio, mentre sono nuove le sospensioni Showa, davanti una forcella con steli da 35 mm ed escursione di 100 mm, dietro una coppia di ammortizzatori regolabili nel precarico molla si 5 posizioni ed escursione di 96,5 mm che promettono maggior comfort e sostegno.

A frenare il nuovo Benerly 300 provvede un disco anteriore flottante da 300 mm (record di categoria), mentre al posteriore troviamo un disco fisso da 240 mm, entrambi lavorati da pinze flottanti a due pistoncini.

Ruota anteriore da 16”, in tipico stile ruote alte/crossover, mentre dietro il cerchio misura 14 pollici. Una scelta originale che, unitamente al posizionamento sotto il tunnel centrale del serbatoio, permette di ottenere un’ottima volumetria del vano sottosella, capace di contenere fino a due caschi jet.

Tra l’altro il posizionamento avanzato e basso del serbatoio determina una migliore centralizzazione delle masse, e per questa via un più gratificante equilibrio dinamico.

Sul retro scudo è presente un cassetto dotato di presa USB per lo stivaggio dello smartphone e degli oggetti personali.

In opzione è possibile dotare il Beverly 300 di sistema di connettività Piaggio Mia per gestire telefonate e musica durante la guida, agendo sul pulsante dedicato sul blocchetto destro. Attraverso la app Mia è possibile anche accedere ai dati di viaggio, in tipico stile motociclistico.

Completano invece la dotazione di serie il sistema Keyless, la fanaleria full-led e il controllo di trazione (escludibile).

COMODO PER TUTTE LE TAGLIE

Il nuovo Beverly 300 ci accoglie in maniera generosa. La sella, davvero ampia e ben imbottita è dotata di sostegno lombare, fortunatamente sfruttabile senza arretramenti inutili, a vantaggio di una posizione di guida centrale ed attiva. L’altezza da terra di 812 mm permette un buon controllo dello scooter da fermo anche per i meno spilungoni (diciamo dal metro e sessantacinque), incrementato anche dal peso in ordine di marcia di 185 kg e del baricentro piuttosto basso. La buona distanza tra piano di seduta e pedane permette di trovare una comoda sistemazione anche a chi supera il metro e ottanta, mentre il manubrio sufficientemente rialzato e abbastanza vicino al busto consente di impugnarlo mantenendo una evidente piega dei gomiti, regalando in movimento comodità e controllo.

Il passeggero può contare su una discreta porzione di sella (leggermente rialzata rispetto al pilota), pedane abbastanza distanti (e quindi comode anche dopo diversi chilometri) e su sue comodi maniglioni integrati al portapacchi.

CONVINCENTE TRA LE CURVE

Basta davvero qualche minuto nel misto per comprendere quanto il Beverly 300 HPE sia davvero divertente e facile. Decifra istantaneamente i voleri del pilota, scende in piega in un attimo, rimane stabile a centro curva, permettendo di poter ruotare l’acceleratore non appena si arrivi alla corda, senza patemi o incertezze.

Tante positività portate evidentemente in dote da una distribuzione dei pesi bilanciata, dall’interasse non così esagerato di 1.540 mm, dalla sezione degli pneumatici “furba”, 110 ant, 140 post, in grado di dare sostegno e grip senza limitare l’agilità. Ma viene in mente anche dall’efficienza delle nuove sospensioni Showa, in primis la forcella, davvero matura, convincente quando si tratti di filtrare le asperità dell’asfalto, anche le più nette, ma anche sostenuta quanto serve per assecondare la guida sportiva e comunicare metro dopo metro, proprio come avviene sulle moto, il lavoro del pneumatico anteriore. Una positività portata evidentemente anche in dote dalla taratura perfetta dell’idraulica che evita, anche a centro curva, fastidiosi rimbalzi, rendendo l’avantreno molto preciso ed aumentando curva dopo curva fiducia e feeling. Positività completate dal convincente feedback delle Michelin city Grip 2 che hanno dimostrato di non temere nemmeno i tratti insidiosi con asfalto sporco ed umido.

La coppia di ammortizzatori ha un comportamento meno scorrevole ma riesce ugualmente a garantire stabilità e controllo in qualunque condizione. Viene da pensare che questo limite sia dovuto alla natura scooteristica del nostro Beverly 300 nel quale il motore è parte delle masse non sospese (ovvero non è contenuto all’interno del telaio).

Il monocilindrico si lascia apprezzare per la buona spinta e il tasso di vibrazioni sostanzialmente nullo a qualsiasi regime. Questo atteggiamento, in combine con la morbidezza della trasmissione finale, permette di ruotare con disinvoltura l’acceleratore non appena si giunga in prossimità della corda. Un esercizio che innalza enormemente il piacere di guida anche dei piloti più navigati, che potranno apprezzare l’assenza di fenomeni sottosterzanti, solitamente invece tipici di mezzi di questa estrazione.

La frenata risulta appagante in termini di modulabilità e morbidezza all’attacco, doti utilissime per mettere a proprio agio i meno esperti e per far divertire tutti gli altri, consentendo di proseguire in modo disinvolto la decelerazione sino in ingresso, contando una volta di più sull’atteggiamento neutro della ciclistica e sull’assenza totale di effetto autoraddrizzante. Potenza ce n’è, ma per sfruttarla a fondo meglio richiamare le leve al manubrio con tutte le dita. I più sofisticati potrebbero lamentare a questo punto una risposta un po’ legnosa, ma onestamente va benissimo anche così per uno scooter a ruote alte.

Il controllo di trazione ha una taratura piuttosto conservativa, lo si avverte lavorare anche in situazioni tutto sommato di normale amministrazione, intervenendo in modo poco progressivo. Non il massimo nella guida dinamica ma se non altro innalza comunque il livello di sicurezza attiva. Buona la taratura dell’ABS, davvero poco invasiva.

STABILE IN AUTOSTRADA

Seppur prossimo alla velocità massima, ai canonici 130 km/h, nonostante frulli ad 8.000 giri, non appare mai in affanno ed anzi, accucciando un po’ il busto, si intuisce che qualche km/h in più è ancora a disposizione della manetta destra. Certo, se le strade a pagamento vengono percorse con una certa frequenza, forse meglio optare per il fratellone di 400 cc, che mette sul banco una decina di cv in più, ma altrimenti il nostro 300 sarà assolutamente all’altezza.

Convince una volta di più la ciclistica, stabilissima anche sui curvoni, per nulla fisica, mostra un limite in termini di comfort solo sulle giunzioni dei viadotti, dove la coppia di ammortizzatori fa un po’ fatica a copiare gli inevitabili scalini.

La protezione aerodinamica, molto buona per gli arti inferiori, risulta assente su petto, braccia, spalle e testa, suggerendo l’acquisto del più piccolo cupolino o dell’ampio parabrezza contemplati tra gli accessori originali.

FACILE IN CITTA’

Naturale immaginare che il nostro Beverly 300 HPE sarà impegnato maggiormente come commuter nel classico percordo casa-lavoro. Un compito che dimostra di saper fronteggiare alla grande. Già nelle manovre da fermo convince per la facilità con cui è facile spostarlo, dissimulando davvero bene i 185 kg di massa, così come risulterà sempre immediato posizionarlo sul cavalletto centrale (presente anche una comoda stampella laterale). Le ripartenze ai semafori vengono gestite ad occhi chiusi, col mono che borbotta nell’intorno del 4.000 e la trasmissione che morbidamente restituisce la potenza alla ruota posteriore.

La ciclistica bilanciata aiuta a mantenere alto il livello di equilibrio anche nella marcia a bassa velocità, tipica dello zig-zag tra le auto incolonnate, manovra affrontata con disinvoltura anche grazie all’adeguato angolo di sterzo e dalla buona larghezza del manubrio che garantisce così un’ottima leva. Nelle rotonde si apprezza davvero tanto il buon bilanciamento generale che dona all’avantreno leggerezza ed un atteggiamento neutro.

Se la forcella non ha bisogno di ulteriori verifiche per dimostrare la sua efficienza, alle velocità più basse sono gli ammortizzatori a piacere per la capacità di copiare piuttosto bene anche le incertezze più evidenti dell’asfalto, innalzando il livello di comfort.

La risposta dei freni morbida regala tanta confidenza ed un utilizzo sempre piuttosto rilassato del nostro Piaggio. Piuttosto il frequente richiamo delle leve lascia immaginare che soprattutto chi a mani piccole potrebbe lamentarne una distanza un po’ eccessiva dalle manopole.

Durante la prova ho percorso mediamente 33 km con un litro di verde.

5.450 EURO

Per mettere nel box il nuovo Piaggio Beverly 300 HPE sono necessari 5.450 euro f.c., una cifra che riteniamo adeguata rispetto alle convincenti doti dinamiche, alla comodità ed alla qualità costruttiva.. Anche se il prezzo risulta allineato alla concorrenza, avrebbe fatto piacere poter contare su un cupolino o un più protettivo parabrezza nell’allestimento di serie.

Written by vivalamoto