Ve lo dico subito. Sull’argomento sono decisamente integralista. Per me il Monster (…o la Monster, come preferite) è quello con il motore raffreddato aria/olio. Il Pompone per antonomasia, ovvero il caro e vecchio due valvole nella sua cilindrata massima. In questa mia visione tutto ha inizio con l’indimenticabile M900 del 1993 e termina con il 1100 Evo del 2011.
Per carità, belle anche la S4, la S4S e la S4RS, mosse da motori di derivazioni sbk, ma se permettete il due valvole incastonato in quel traliccio diagonale di tubi di acciaio al cromo molibdeno è un’immagine che fa rimanere svegli la notte. Del sound poi non parliamone nemmeno. Una gioia per le orecchie. Una moto dal grande carattere. La moto che ha reinventato il segmento naked.
Una premessa necessaria. Visto che tra un attimo sarò sopra una rossa Monster 1200. Bella moto, bei volumi, con un serbatoio in metallo dal disegno davvero riuscito. Il telaio a traliccio c’è, ma qui è in versione mignon. Collega il cannotto di sterzo alle teste del motore, che in questa moto funge da elemento stressato. Quando i miei occhi puntano la più recente evoluzione del Testastretta 11° DS, come d’incanto qualsiasi entusiasmo viene soppresso. Il cervello entra in modalità “scetticismo” e non c’è verso di uscirne.


Ok, mi faccio coraggio, infilo la chiave. Devo insistere un po’ sul pulsante dell’avviamento prima che questo milledue si metta in moto. Parto.
La prima sensazione che ricevo dal nuovo Monsterone mi spiazza. In sella si sta comodissimi. L’ergonomia del serbatoio è ottima, il largo manubrio è proprio li dove deve stare, i piedi trovano le pedane in un attimo, la larga sella sostiene bene e non spinge inutilmente in avanti. Rispetto al vecchio Monster, si è più a proprio agio, le braccia sono meno tese e si ha l’impressione di essere più dentro la moto.
In città questo milledue se la cava bene. La guida è intuitiva, la frizione è modulabile e leggera. Certo, (per fortuna) il Testastretta rivendica ancora le sue origini sportive, meglio non farlo girare sotto i 2500 giri, visto che altrimenti tende a strappare. Ai semafori basta una partenza appena più decisa per sentire la ruota anteriore galleggiare. Merito della bella schiena di questo quattro valvole che regala manciate di coppia anche ai regimi medio/bassi. La frenata potente ma modulabile (con ABS Bosh 9MP) contribuisce a mantenere alto lo standard di guida anche nel traffico più intenso. Le sospensioni di questa versione base hanno una taratura piuttosto confortevole ed aiutano a digerire anche l’asfalto meno regolare. Non mi è piaciuta troppo la prima fase dell’escursione, forse troppo cedevole, che limita un po’ il feeling alle bassissime andature.
Mentre mi lascio la città alle spalle, una sensazione di piacere inizia a farsi largo. Per fortuna sono già su una strada extraurbana e tra poco imboccherò un bel misto. Cerco di allungare e mi accorgo subito che il motore sa spingere anche con veemenza senza per questo essere brutale. Si acquista velocità con estrema facilità, la moto segue diligentemente qualsiasi variazione di traiettoria. Il controllo è totale. Unica avvertenza, preparatevi ad avere la visiera del casco piena di moscerini perché la protezione aerodinamica ovviamente è inesistente.
Tra le curve il piacere di guida è altissimo. Da un lato il quattro valvole sa conquistarti con una coppia poderosa ai medi, nel più classico stile Ducati, dall’altro la ciclistica fa di tutto per infondere sicurezza e metterti a tuo agio. Insistendo col gas il milledue diventa rabbioso, l’elettronica e l’interasse di 1510mm aiutano non poco a non mettersi la moto per cappello, ma non è questa la guida più divertente e redditizia con questa nuova Monster. Meglio inserire una marcia più alta e godersi tutta la schiena del Testastretta.
Scendo di sella soddisfatto. Anche se il tempo passato insieme alla Monsterona non è bastato a convincermi. Non credo la vorrei nel mio garage. Lei è generosa, anche troppo. 135cv e 12Kgm sono davvero tanti per scorrazzare fuoriporta (almeno per me). E se proprio dovessi fare una scelta di cuore, a questa versione base preferirei la più sofisticata S (i cerchi della S sono splendidi, per non parlare delle sospensioni Ohlins).
Filosoficamente mi sento più vicino al Monster 821, meno impegnativo ma non certo fermo. Ma Ducati, per non creare pericolose sovrapposizioni con la sorellona 1200, ha deciso di togliere da questa 821 il bel monobraccio. Ma dai, scherziamo? E allora non voglio nemmeno questa.
E siccome tra i due litiganti… direi che nel box mi piacerebbe tenere parcheggiata proprio la cara vecchia 1100 Evo, sicuramente meno prestazionale della 1200, meno comoda, forse anche meno facile, ma con tanto carattere ed una linea della quale sono ancora innamorato.

Written by vivalamoto

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