In sella alla nuova Ducati Hypermotard 939 SP scopriamo una moto dal grande carattere, bilanciata, agile e con un motore trattabile e dalla schiena tipica dei migliori pomponi bolognesi.

Non capita tutti i giorni di salire in sella ad una moto ed immediatamente percepirla come la perfetta prosecuzione del proprio corpo. Un’alchimia unica che trasforma realmente il motociclista in centauro. Proprio quello che è successo guidando l’ultima Hyper SP di casa Ducati. Feeling altissimo, complice una azzeccatissima posizione di guida che invita ad assumere una postura avanzata, proprio come piace a me, con busto eretto, braccia leggermente flesse, mani che impugnano un manubrio moderatamente largo ed alla giusta altezza, e gambe in posizione relativamente distesa con i piedi che poggiano saldamente su pedane appena arretrate. Ad aumentare la sintonia con questa Hyper contribuiscono un serbatoio molto ben rastremato che consente alle ginocchia di stringere opportunamente la moto nella guida sportiva ed una sella rigida e ben sagomata che aiuta a restituire utili informazioni sull’intesa delle bellissime Pirelli Diablo Supercorsa SP con l’asfalto. Unico neo per chi è sotto al metro e settantacinque potrebbe essere rappresentato dall’altezza non propriamente friendly della sella posta ad 890mm dal suolo.


Tre le mappature del motore: Race, Sport e Rain. Iniziamo proprio da quest’ultima, che non avuto la necessità di utilizzare perché adatta a fondi molto scivolosi con livelli di intervento del traction control ed ABS molto invasivi e potenza limitata a 75 cavalli. I due power modes Race e Sport consentono al motore di esprimere tutta la sua potenza, fissata in 113 cavalli a 9000g/min, differendo per il livello di TC ed ABS, leggermente più cautelativo per la Sport, oltre a manifestare una differente reazione del motore alle rotazioni dell’acceleratore, con la Race più sensibile e la Sport relativamente più morbida.
Cautelativamente ho approcciato le prime curve con la modalità sport. Il motore risulta quanto mai trattabile in basso, con le marce lunghe si può riprendere senza troppe incertezze dai 2500g/min, ma il piacere vero inizia ai medi quando questo bicilindrico si schiarisce la voce, evidenziando una bellissima schiena che lo rende godibilissimo e permette alla moto, complice anche il peso relativamente contenuto di 178kg, di prodursi in riprese fulminee ogni volta che si agisce con più decisione sulla manetta. Quindi, almeno nella guida su strade aperte al traffico, inutile insistere ostinatamente con le marce basse facendo frullare il bicilindrico a regimi più consoni ad altri tipi di frazionamento. Infatti, come tutte le Ducati di razza, anche nel caso della nostra Hyper risulterà più produttivo guidare col classico rapporto in più, a tutto vantaggio del piacere e della fluidità di guida.

Se il motore ti impressiona subito per la gestibilità e le prestazioni, sua degna compagna è l’evolutissima ciclistica nella quale spiccano – oltre all’inconfondibile telaio rosso in traliccio di tubi d’acciaio – all’anteriore le bellissime forcelle Ohlins upside-down pluriregolabili con diametro di 48mm ed al posteriore il tecnicissimo mono sempre griffato dal marchio dello specialista svedese. Il setting di base è decisamente tarato al duro e permette alla Hypermotard 939 SP di danzare tra le curve con un’agilità altissima senza per questo richiedere una guida muscolosa. Al più, quando si vuole aumentare il ritmo, basterà anticipare la curva con leggeri movimenti del busto verso l’interno. Non chiede nemmeno di essere contrastata al manubrio, tanto risulta neutra in ogni condizione. I freni stupiscono per potenza e modulabilità. I due dischi anteriori semiflottanti da 320mm morsi da pinze monoblocco Brembo M4.32 garantiscono un attacco moderatamente deciso, come deve essere su una moto d’ispirazione racing. E’ sufficiente un dito per prodursi in decelerazioni importanti, ma è soprattutto la loro simbiosi con la forcella a restituire sensazioni uniche, che si traducono in una guida poco affaticante e sempre redditizia. Basta qualche chilometro di misto per prendere confidenza e ci si trova, senza nemmeno accorgersene, a posticipare la frenata ed iniziare la curva ancora con i freni tirati. E chi scrive è ben conscio del fatto che se una condotta del genere fosse replicata con altre moto, si rischierebbe di andare più piano, di guidare meno puliti, inficiando oltretutto la sicurezza di guida…
In uscita si può richiamare tutta la cavalleria senza troppi tentennamenti, sicuri che la Hyper non si siederà mai sul posteriore, garantendo una coerenza d’assetto che difficilmente avrei solo immaginato a moto ferma, viste le notevoli escursioni (circa 180mm) garantite alle ruote. Durante questo test raramente ho percepito il funzionamento del traction control e quando è avvenuto stavo attraversando in accelerazione a moto inclinata asfalto umido. La potenza è stata tagliata per un attimo ed in modo molto progressivo, la moto non si è scomposta, ed un momento dopo ero di nuovo in modalità full power.

E’ finalmente venuto il momento di selezionare la modalità Race. Sono bastati pochi metri per percepire le differenze legate alla risposta del motore all’apertura del gas. Adesso il ride-by-wire permette al bicilindrico di esprimere tutta la sua vivacità sin dalle piccole aperture. E’ più immediato, pronto a prendere giri con una verve più simile a quella delle unità preparate per l’utilizzo in circuito piuttosto che a quelle omologate secondo la normativa Euro4. Rimane comunque assai godibile su strada ed anzi, tra le curve, anche quelle più strette, da il meglio proprio quando governato dalla mappatura più spinta.
In città la moto si guida ad occhi chiusi. La posizione di guida alta aumenta di molto la sicurezza attiva, il peso contenuto e ben ripartito, la buona leva offerta dal manubrio ed il motore (qui in modalità Sport) dalla spinta consistente ma estremamente gestibile, sono gli ingredienti giusti per disimpegnarsi allegramente nel traffico metropolitano. La lunga escursione delle sospensioni, pur se tarate al duro, assicura sufficiente filtraggio  di buche, tombini ed asfalto dissestato. Anche dopo soste ai semafori e trasferimenti al piccolo trotto il bicilindrico di 937cc non tende mai a scaldare contribuendo ad aumentare il piacere di guida.
Le vibrazioni sono di quelle buone, a bassa frequenza, rilevabili su pedane e sella e marginalmente sul manubrio, mai fastidiose, aiutano ad entrare ancora più in simbiosi con questa Ducati.
Note positive anche dal comparto trasmissione. Il cambio vanta innesti poco contrastati ed una corsa alla leva moderata. La frizione richiede uno sforzo contenuto per essere disinnestata ed ha un attacco deciso tipico delle unità sportive.

Ecco qui la mia videoprova della Ducati Hypermotard 939 SP.


L’unico consiglio che posso darvi è di provare questa emozionante motocicletta, prenotando un Test Ride presso un concessionario Ducati. Proprio come ho fatto io attraverso Ducati Roma, che voglio ringraziare per la competenza e la passione con la quale mi hanno accolto.

Written by vivalamoto